giovedì 8 marzo 2012

La Stralo vince ma non convince per colpa di Bastianutti

Nonostante una vittoria fondamentale che ha iniettato nella Stralo una buona dose di ottimismo circa il passaggio alla prossima fase del torneo, gli umori in seno alla squadra gestita dal presidente Palmisano non sono dei migliori. Dei vari problemi che affliggono la compagine udinese (abuso di alcool e droghe, sigarette prima delle partite, taconelle e via discorrendo) il più grave ha un nome ed un cognome: Livio Bastianutti. Accolto in squadra come l'erede di Pelè, Maradona, Van Basten, Gullit, Ronaldo e Messi tutti assieme, Bastianutti si è lentamente perso per strada, giungendo ad una preoccupante involuzione che non gli ha concesso di segnare nemmeno un goal nelle ultime partite. "Livio dovrebbe essere la nostra punta di diamante in attacco, ma non riesce a concretizzare" afferma Fabio Palmisano "e mi sento di dire che se io entrassi in campo senza scarpe, bendato, saltellando sulla gamba sinistra e con l'iPod a tutto volume sulla canzone "A Me Piac A Nutella" del Piccolo Lucio, avrei comunque più possibilità di segnare di Bastianutti." Gli fa eco il fratello nonché presidente Andrea Palmisano, visibilmente scosso dopo la partita nonostante il risultato favorevole alla propria squadra: "In qualità di rappresentante della società Stralo Calcio a 5 non posso che dirmi insoddisfatto del rendimento di Bastianutti, la cui crisi ha delle gravi ripercussioni anche sul conto economico della società: non solo i dieci Euro che abbiamo investito per il suo ingaggio potevano essere spesi in un buon numero di birrette e gelatini, ma le nostre quotazioni in Borsa stanno subendo un grosso calo, trascinando il Paese intero in una paurosa fase di recessione". E mentre i compagni di reparto Marco Blasoni e Filippo Fontanelli si rallegrano per lo stop del numero 10 nella classifica marcatori (i due sono stati visti fare gomito-gomito ogni qual volta il Bastianutti sbagliava un'occasione da goal), i giudizi negativi su Livio piovono anche al di fuori del campo. La partita è stata infatti caratterizzata da un nutrito parterre de rois composto da Luca Blasoni, Bruno Blasoni, Alessio Moro ed il redivivo Alessandro Lanzara. Proprio quest'ultimo ha voluto sganciare una bomba su Bastianutti: "Solitamente siamo noi meridionali ad essere considerati leziosi ed inconcludenti nel gioco, ma oggi ho avuto la dimostrazione che ciò è falso: Bastianutti mi ha fatto capire che anche sotto questo aspetto il Nord è superiore". Persino i tifosi della curva sembrano aver abbandonato il loro ex beniamino: se qualche tempo fa ogni sua giocata veniva punteggiata da cori come "BUM BUM BASTIANUTTI" e "BASTIANUTTI ALE' ALE'", ora non si contano i fischi, i lanci di oggetti (è stata persino avvistata la testa di maiale che venne lanciata a suo tempo anche addosso a Luis Figo) e gli slogan irridenti come "MEGLIO NEGRO CHE BASTIANUTTI", per non parlare del fatto che molti supporter della Stralo ora si riferiscono al numero 10 chiamandolo Bastardutti. Le cose non migliorano se si guarda ai quotidiani sportivi nazionali: la Gazzetta titola "STRALO OK BASTIANUTTI KO", mentre Mario Sconcerti dalle pagine del Corriere dello Sport parla di un "giocatore finito". Lo scandalo-Bastianutti è di una portata tale da straripare oltre i confini del calcio giocato: i dimostranti del No TAV infatti, vedendo che le loro proteste contro la costruzione della linea ad alta velocità Torino - Lione non sembrano sortire alcun effetto, hanno deciso di convertire il proprio slogan per manifestare la propria avversione al giocatore della Stralo: "Probabilmente non riusciremo ad impedire la costruzione di un'opera inutile e dannosa" ha dichiarato un esponente del movimento "e quindi abbiamo deciso di abbassare il nostro target: ci impegneremo dunque ad impedire a Livio Bastianutti di giocare al calcio. In fondo, con le debite proporzioni, riteniamo che anch'egli sia un qualcosa di inutile e dannoso". In tutto questo marasma, il diretto interessato si è rifugiato dietro al suo proverbiale non comment ed ha affidato le sue difese all'avvocato Marazzita (lo stesso che si scopava Carmen Di Pietro) il quale ha accettato l'incarico con gioia asserendo che, se le cose dovessero andar male, si potrà comunque consolare attingendo allo stuolo di figa che tradizionalmente aleggia attorno a Cristiano Finelli.
Il logo degli ex-manifestanti del No Tav, che hanno convertito il loro slogan in No Liv

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