Al
termine della partita scorsa pareggiata contro il Fagagna C5, dagli
spalti si è sentito un urlo proveniente da una figura misteriosa che
nella penombra si muoveva a passi di danza e spaccava setti nasali
con incredibile eleganza e leggiadria (questa la capiranno in due): “DAI, CHE SON COTTI!” Il
monito era chiaramente rivolto ai ragazzi della Stralo, ma è stato
sufficiente attendere il turno successivo per smentire il pronostico
del dancer in the dark: la squadra udinese ha infatti stravinto per
7-0 contro il Jungle, confermandosi autentica bestia nera di un
avversario già sconfitto per 7-1 nella passata stagione. Partita
senza storia,
contraddistinta da
un dominio assoluto della Stralo e dalle incredibili cinque marcature
di un Alan Trerè autore fra gli altri di un goal in pallonetto che
ha fatto scattare in piedi tutta la panchina della Stralo: “Non
applaudivo così forte dall'ultimo concerto dei Subsonica quando è
finita Disco Labirinto” ha riferito un Bruno Blasoni finalmente
presente in tribuna dopo che per tre volte ha preferito la figa, “in
Alan rivedo l'occhio della tigre e le giocate spettacolari che erano
il mio marchio di fabbrica prima di incontrare un certo signor Pall
Mall”. Stralo bella ma anche fortunata, come testimoniano i quattro
legni timbrati da Il Jungle e che il portiere Cristiano Finelli ha
commentato così: “Con il primo palo ci poteva anche stare la botta
di fortuna, ma dopo il secondo ho capito che Gesù Cristo era dalla
mia parte e voleva che vincessi questa partita perché era cosa buona
e giusta. Meno male che nello spogliatoio ho deciso all'ultimo
momento di indossare sotto la muta la maglietta con la scritta “I
belong to Jesus” anziché quella che recita “I fuck on the first
date”, altrimenti col cazzo che Gesù Cristo era dalla mia parte”.
Finelli esulta dopo la vittoria. Non è Kakà, è Finelli. Davvero! |
Di tutt'altro segno le dichiarazioni delle wags del Jungle, che hanno
visto i loro fidanzati subire l'iniziativa della Stralo dal primo
all'ultimo minuto: “Speravamo senza dubbio in un risultato diverso”
ha riferito una delle ragazze presenti sugli spalti, “ora il nostro
compito è quello di consolare i nostri compagni dopo questa
bruciante sconfitta. Certo che, dopo aver ammirato la bellezza di
Luca Blasoni, diventa davvero difficile guardare il proprio fidanzato
con gli stessi occhi...”
Ma
come spesso accade, la vittoria della Stralo travalica i confini
felettoumbertiani, quelli italiani e persino quelli europei,
arrivando ad influire su un personaggio che già in tempi non
sospetti aveva rivelato la propria ammirazione per il team capitanato
da Marco Blasoni: Barack Obama.
La telefonata dello scorso anno fra Obama ed il capitano Marco Blasoni |
E'
infatti notizia recente uno studio secondo il quale il motivo della
vittoria di Obama sullo sfidante Romney sia tutto da imputare alla
super-prestazione della Stralo: non si spiegherebbe altrimenti come
mai i sondaggi pre-elettorali fornissero uno scenario da testa a
testa fra i due candidati quando invece la vittoria finale di Obama
-arrivata proprio a ridosso di quella della Stralo- è stata
decisamente più netta. Nel corso della propria campagna elettorale,
inoltre, il rieletto presidente degli Stati Uniti aveva fatto una
lista di promesse: riduzione della disoccupazione, salari migliori,
assistenza sanitaria per tutti, diritti per le coppie gay e una
stagione della Stralo finalmente all'altezza del proprio potenziale.
Proprio quest'ultimo punto sarebbe stato il cardine della vittoria di
Obama, arrivata grazie soprattutto ai voti della popolazione latina,
che non a caso riconosce nel gioco della squadra udinese le stesse
caratteristiche di spettacolarità del calcio bailado tipico delle
loro terre d'origine. Come se non bastassero tutti questi elementi,
Barack Obama ha citato apertamente la Stralo nel suo discorso di
ringraziamento sul palco di Chicago, di cui alleghiamo un
estratto:
“Mi sento di ringraziare mia moglie Michelle, senza la quale non sarei mai diventato l'uomo che sono ora, e che mi ha regalato due figlie meravigliose. Ringrazio il mio staff, che mi è stato vicino in questi duri mesi di campagna elettorale. Ringrazio tutti voi che avete riposto nuovamente la vostra fiducia in me. Infine ringrazio la Stralo, la cui rinascita mi ha dato gli stimoli per proseguire in questo cammino. Dio bendica l'America e Dio benedica la Stralo!”
“Mi sento di ringraziare mia moglie Michelle, senza la quale non sarei mai diventato l'uomo che sono ora, e che mi ha regalato due figlie meravigliose. Ringrazio il mio staff, che mi è stato vicino in questi duri mesi di campagna elettorale. Ringrazio tutti voi che avete riposto nuovamente la vostra fiducia in me. Infine ringrazio la Stralo, la cui rinascita mi ha dato gli stimoli per proseguire in questo cammino. Dio bendica l'America e Dio benedica la Stralo!”
"God bless America...and God bless Stralo!" |
Che
la Stralo fosse una parte integrante della vita della famiglia Obama
si era comunque già capito da diversi fattori: le giovani Malia e
Sasha hanno infatti tappezzato le loro camerette di poster di Luca
Blasoni, il tradizionale tacchino del giorno del ringraziamento è
stato sostituito con un maialino di Umago, il sito della Casa Bianca
è stato rifatto dalla Hello Brand di Simone Golcic e Fabio Tonutti,
ed il cane della famiglia è stato ribattezzato “Gelatino” come
l'alimento preferito da Alessio Moro. Ma c'è di più: Michelle
Obama, da sempre in prima linea nella promozione dell'attività
sportiva dei giovani statunitensi, si è letteralmente innamorata del
calcetto grazie alla Stralo, al punto tale da inserire la disciplina
quale principale attività fisica nel programma scolastico della
nazione. La stessa Michelle, nelle sue frequenti apparizioni
pubbliche di natura sportiva in compagnia di bambini e ragazzi, è
stata vista più volte istruire i giovani atleti affinché prendano
ispirazione dai talenti di casa Stralo.
Michelle dà indicazioni: "Dovete giocare come Stevanato!" |
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