venerdì 9 novembre 2012

Stralo, yes you can! Battuto il Jungle ed Obama ringrazia (di nuovo)



Al termine della partita scorsa pareggiata contro il Fagagna C5, dagli spalti si è sentito un urlo proveniente da una figura misteriosa che nella penombra si muoveva a passi di danza e spaccava setti nasali con incredibile eleganza e leggiadria (questa la capiranno in due): “DAI, CHE SON COTTI!” Il monito era chiaramente rivolto ai ragazzi della Stralo, ma è stato sufficiente attendere il turno successivo per smentire il pronostico del dancer in the dark: la squadra udinese ha infatti stravinto per 7-0 contro il Jungle, confermandosi autentica bestia nera di un avversario già sconfitto per 7-1 nella passata stagione. Partita senza storia, contraddistinta da un dominio assoluto della Stralo e dalle incredibili cinque marcature di un Alan Trerè autore fra gli altri di un goal in pallonetto che ha fatto scattare in piedi tutta la panchina della Stralo: “Non applaudivo così forte dall'ultimo concerto dei Subsonica quando è finita Disco Labirinto” ha riferito un Bruno Blasoni finalmente presente in tribuna dopo che per tre volte ha preferito la figa, “in Alan rivedo l'occhio della tigre e le giocate spettacolari che erano il mio marchio di fabbrica prima di incontrare un certo signor Pall Mall”. Stralo bella ma anche fortunata, come testimoniano i quattro legni timbrati da Il Jungle e che il portiere Cristiano Finelli ha commentato così: “Con il primo palo ci poteva anche stare la botta di fortuna, ma dopo il secondo ho capito che Gesù Cristo era dalla mia parte e voleva che vincessi questa partita perché era cosa buona e giusta. Meno male che nello spogliatoio ho deciso all'ultimo momento di indossare sotto la muta la maglietta con la scritta “I belong to Jesus” anziché quella che recita “I fuck on the first date”, altrimenti col cazzo che Gesù Cristo era dalla mia parte”. 

Finelli esulta dopo la vittoria. Non è Kakà, è Finelli. Davvero!

Di tutt'altro segno le dichiarazioni delle wags del Jungle, che hanno visto i loro fidanzati subire l'iniziativa della Stralo dal primo all'ultimo minuto: “Speravamo senza dubbio in un risultato diverso” ha riferito una delle ragazze presenti sugli spalti, “ora il nostro compito è quello di consolare i nostri compagni dopo questa bruciante sconfitta. Certo che, dopo aver ammirato la bellezza di Luca Blasoni, diventa davvero difficile guardare il proprio fidanzato con gli stessi occhi...”
Ma come spesso accade, la vittoria della Stralo travalica i confini felettoumbertiani, quelli italiani e persino quelli europei, arrivando ad influire su un personaggio che già in tempi non sospetti aveva rivelato la propria ammirazione per il team capitanato da Marco Blasoni: Barack Obama.

La telefonata dello scorso anno fra Obama ed il capitano Marco Blasoni
E' infatti notizia recente uno studio secondo il quale il motivo della vittoria di Obama sullo sfidante Romney sia tutto da imputare alla super-prestazione della Stralo: non si spiegherebbe altrimenti come mai i sondaggi pre-elettorali fornissero uno scenario da testa a testa fra i due candidati quando invece la vittoria finale di Obama -arrivata proprio a ridosso di quella della Stralo- è stata decisamente più netta. Nel corso della propria campagna elettorale, inoltre, il rieletto presidente degli Stati Uniti aveva fatto una lista di promesse: riduzione della disoccupazione, salari migliori, assistenza sanitaria per tutti, diritti per le coppie gay e una stagione della Stralo finalmente all'altezza del proprio potenziale. Proprio quest'ultimo punto sarebbe stato il cardine della vittoria di Obama, arrivata grazie soprattutto ai voti della popolazione latina, che non a caso riconosce nel gioco della squadra udinese le stesse caratteristiche di spettacolarità del calcio bailado tipico delle loro terre d'origine. Come se non bastassero tutti questi elementi, Barack Obama ha citato apertamente la Stralo nel suo discorso di ringraziamento sul palco di Chicago, di cui alleghiamo un estratto:

“Mi sento di ringraziare mia moglie Michelle, senza la quale non sarei mai diventato l'uomo che sono ora, e che mi ha regalato due figlie meravigliose. Ringrazio il mio staff, che mi è stato vicino in questi duri mesi di campagna elettorale. Ringrazio tutti voi che avete riposto nuovamente la vostra fiducia in me. Infine ringrazio la Stralo, la cui rinascita mi ha dato gli stimoli per proseguire in questo cammino. Dio bendica l'America e Dio benedica la Stralo!”

"God bless America...and God bless Stralo!"
Che la Stralo fosse una parte integrante della vita della famiglia Obama si era comunque già capito da diversi fattori: le giovani Malia e Sasha hanno infatti tappezzato le loro camerette di poster di Luca Blasoni, il tradizionale tacchino del giorno del ringraziamento è stato sostituito con un maialino di Umago, il sito della Casa Bianca è stato rifatto dalla Hello Brand di Simone Golcic e Fabio Tonutti, ed il cane della famiglia è stato ribattezzato “Gelatino” come l'alimento preferito da Alessio Moro. Ma c'è di più: Michelle Obama, da sempre in prima linea nella promozione dell'attività sportiva dei giovani statunitensi, si è letteralmente innamorata del calcetto grazie alla Stralo, al punto tale da inserire la disciplina quale principale attività fisica nel programma scolastico della nazione. La stessa Michelle, nelle sue frequenti apparizioni pubbliche di natura sportiva in compagnia di bambini e ragazzi, è stata vista più volte istruire i giovani atleti affinché prendano ispirazione dai talenti di casa Stralo. 

Michelle dà indicazioni: "Dovete giocare come Stevanato!"

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